I parenti delle vittime del coronavirus chiedono giustizia: 'Noi denunceremo'
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Parenti delle vittime del Coronavirus, il 10 giugno il primo ‘Denuncia Day’ di Noi Denunceremo

Terapia intensiva coronavirus

Nasce su Facebook il gruppo ‘Noi denunceremo’. I parenti delle vittime del coronavirus chiedono giustizia. Presentate prime denunce.

Monta sulle piazze social il dolore e l’ira dei parenti delle vittime del coronavirus. La realtà virtuale più grande al momento si chiama Noi denunceremo. Si tratta di un gruppo Facebook che raccoglie le testimonianze dei parenti delle vittime che raccontano le loro storie e quelle dei propri cari defunti. E denunciano casi di malasanità.

Il 10 giugno il primo ‘Denuncia Day’ di Noi Denunceremo: depositate le prime denunce

Nella giornata del 10 giugno sono stati depositati presso la Procura di Bergamo i primi esposti presentati dai familiari delle vittime del coronavirus. Si registrano le prime cinquanta denunce, con la netta sensazione che possano moltiplicarsi nel corso dei prossimi giorni.

‘Noi denunceremo’, i parenti delle vittime del coronavirus chiedono giustizia

I membri del gruppo Facebook in questione, che ha un nome abbastanza indicativo, sono intenzionati a fare luce e a chiedere giustizia per i parenti morti per il coronavirus. E per presunti casi di malasanità, almeno stando alle storie raccontate dai membri del gruppo.

Maggiori informazioni disponibili sul sito internet noidenunceremo.it.

I racconti e le testimonianze

C’è chi ad esempio riferisce di persone che avrebbero necessitato di un ricovero che invece non sarebbe mai avvenuto. C’è chi parla di soggetti con sintomi riconducibili al coronavirus che hanno continuato ad attendere a casa cure che non sono mai state prestate.

Ci sono anche casi di soggetti poi deceduti ai quali non è mai stato fatto un tampone. E non è tutto. C’è chi racconta la storia di un parente che è rimasto un giorno intero in Pronto Soccorso senza ricevere cure e c’è chi racconta di aver perso il padre cardiopatico positivo al virus e morto d’infarto. Senza ricovero.

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Va detto che una reazione di questo tipo era anche prevedibile e pronosticabile. Ovviamente le denunce dovranno essere verificate – nel caso in cui si decidesse effettivamente di muoversi per vie legali -, accertate, approfondite.

L’unica certezza è che il personale medico che combatte al fronte sta dimostrando un eroico spirito di sacrificio, sta sacrificando la propria vita, sta dando fiducia e speranza a un Paese intero.

Il sistema sanitario italiano ha i suoi pregi ma anche i suoi difetti che sicuramente hanno complicato la vita a medici e infermieri. Ma questo non deve essere il tempo delle polemiche. Ci sarà tempo e modo per chiarire in effetti cosa sia successo nei nostri ospedali, nelle nostre case, nelle nostre strutture di accoglienza per gli anziani.

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ultimo aggiornamento: 10 Giugno 2020 12:28

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